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Ottobre 28, 2019

Intervista al rapper FRABOLO. Vi presento “EPIC FAIL” il mio nuovo album.

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FRABOLO è il nome d’arte del rapper toscano Francesco Bolognesi.  Dal 13 settembre è disponibile il suo nuovo album dal titolo “Epic Fail”, dodici tracce che danno vita a un progetto estremamente personale, in cui vengono analizzati diversi temi, primi fra tutti quello della “solitudine” e del “fallimento.

 

Hai iniziato ad avvicinarti al Rap ascoltando una vecchia cassetta di tuo fratello. Quanto pensi di essere cresciuto nel corso degli anni e quali sono le esperienze più significative che ti hanno portato fino a qui?
Nelle mie canzoni ho sempre parlato di me e di quello che mi circonda, a volte anche indirettamente, quindi penso che il mio percorso musicale sia andato un po’ di pari passo con quello che ė stato anche il mio percorso umano nel corso di tutto questo tempo. Sono cambiate tante cose, sia nella mia vita che nella mia musica, ma quell’esigenza di esprimermi attraverso le rime beh ecco, quella ė rimasta intatta, cosí come la passione che ho sempre messo nello scrivere e nel comporre. Di esperienze significative potrei davvero elencarne un’infinità. Mi ricordo una delle prime volte che cantai live, c’era un sacco di gente, fra cui due ubriachi che all’improvviso salirono sul palco e uno dei due mi dette uno schiaffo davanti a tutti mentre stavo cantando. Cavolo, ci rimasi davvero male e non uscii di casa per settimane. Ma come si dice? “Ciò che segna insegna!”. Per non parlare di tutti i “no” che mi sono preso nel corso degli anni e di tutti i “sei bravo, ma dovresti fare qualcosa di diverso…” che alla fine mi hanno dato quella rabbia di cui forse avevo bisogno per continuare ad andare avanti a testa bassa per la mia strada. La vittoria al Tour Music Fest del 2016 ad esempio che mi ha fatto conoscere un sacco di belle persone, fra cui Aliendee, con il quale adesso mi sento molto legato. Insomma, ce ne sono stati davvero parecchi di momenti significativi; penso però di aver imparato di più dalle batoste che ho preso piuttosto che da quelle soddisfazioni che senz’altro ti fanno piacere ma che poi a lungo andare ti dimentichi. Mentre le delusioni e i fallimenti fai più fatica a buttarli giù.

 

“Epic Fail” è il titolo del tuo disco. Perché?
Mi sono detto: – France tu non sei famoso e non vuoi neanche far finta di esserlo! –  perciò ho deciso di mettere in rima uno dei momenti più difficili della mia vita, col rischio di fare un vero e proprio flop, anzi, un vero e proprio “fallimento epico”. Ė un disco estremamente personale, dove si parla di solitudine, fallimenti e ricerca di serenità, e nonostante siano argomenti un po’ pesantini io credo che le persone che lo ascolteranno, magari non tutte, ė ovvio, alla fine possano ritrovarsi in alcuni passaggi, o perlomeno me lo auguro. Dai primi feedback che mi sono arrivati questa cosa sembra proprio che sia stata recepita e questo conta piú di tutto il resto, perchė io avevo davvero bisogno di fare questo disco, altrimenti non sarei riuscito ad andare avanti. Oggi piú dell’80% di quello che ascolto non solo non mi piace ma lo sento proprio lontano dal mio modo di essere e di intendere la musica, che credo debba essere intrattenimento, sì, ma non solo ed esclusivamente questo. Oggi fare un disco come quello che ho fatto io può essere un vero e proprio suicidio discografico, perché di pezzi che possono passare in radio tranquillamente non ce n’è neanche uno, e ti assicuro che non ce ne sono più tanti di addetti ai lavori che sprecherebbero del tempo per te se non hai un progetto che si vende subito bene…

 

Il brano “Lato Positivo” com’è nato?
In maniera molto naturale. L’ho scritto in un quarto d’ora e in venti minuti circa l’avevo già registrato; una volta poi fatto il mix e il master non l’ho neanche più ascoltato e non credo che lo riascolterò mai più. Mi hanno scritto in tantissimi chiedendomi di questo pezzo, per chi fosse dedicato etc .etc… Rispondo qui una volta per tutte: questa canzone l’ho scritta solo e soltanto per me. Era un momento brutto e avevo bisogno di sfogarmi. Non ero neanche sicuro di inserirla nell’album, per niente, ma poi quando mi sono arrivati tutti quei messaggi da persone che non conosco, che mi scrivevano che si erano messe a piangere ascoltando la canzone, mi sono subito ricreduto. L’idea che qualcuno si possa riconoscere anche in un brano così tanto personale ė una sensazione difficile da spiegare, strana ma anche bella per certi versi.

 

C’è una ragione particolare che ti ha portato a scegliere “Random” come primo singolo?
È stata la prima canzone che ho registrato del disco e per me rappresenta tanto, perché avere Myke che mi graffia il beat con i suoi scratch ė un sogno che si è avverato. Musicalmente parlando io penso di essere un anarchico proprio come lo ė sempre stato Marco in tutto quello che ha fatto, e “Random” ė un pezzo decisamente anarchico, perché se ne sbatte di tutto e tutti.

Come vivi la scena toscana? Offre possibilità ai giovani musicisti?
C’ė un pezzo dell’album che si chiama “Da solo” in cui in pratica rispondo alla prima domanda…
Per quanto riguarda invece la seconda, beh, di possibilità ce ne sono poche, ma non solo in Toscana; o sei amico di qualcuno che ti dà una mano con le serate oppure devi organizzarti per conto tuo, ma ė così ovunque. Mi piacerebbe che ci fosse più unione, quello sì,  ma ormai so bene quanto sia un’utopia… 

Cos’è per te l’hip hop nel 2019?
Una cosa bellissima, ma che purtroppo non può convivere con questo periodo storico che stiamo vivendo. Eppure ce ne sarebbe bisogno!

 

Stai pensando a un tour per promuovere l’album?
Sì, assolutamente! Stiamo cercando di mettere su qualche data per portare l’album sul palco.
Spero davvero di riuscire a suonare il più possibile… Ah, e siete tutti invitati!

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